Prima di andare via rivolgeva sempre uno sguardo al padre. Quante volte abbiamo vissuto o ascoltato di scene simili? Cosa avrà pensato del padre? E cosa avrà pensato della madre? Quale sarà stato il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi quella sera? Sono queste le domande che deve porsi chi voglia seriamente risolvere un problema di enorme rilevanza sociale. Cosa avrà provato quel bambino andando via da quella stanza? I sentimenti del bambino sono i parametri da utilizzare per misurare se una decisione corrisponde al suo interesse.
Tutto il resto sono solo paranoie e speculazioni degli adulti e distorto esercizio del proprio potere al fine di accondiscendere chi si autoproclama vittima senza esserlo.
Sono queste le domande che deve porsi chi voglia seriamente risolvere un problema di enorme rilevanza sociale. Non le volgari baggianate o frasi dei bigliettini dei Baci Perugina – che una retorica vuota e priva di ogni logica – continua a utilizzare per negare l’evidenza dei fatti e soddisfare l’egoismo insano degli adulti.
E’ ora di smetterla con la strumentalizzazione dei bambini e del potere che la Costituzione affida ai giudici.
La legge si interpreta. Non i fatti.
Ed i fatti e la scienza parlano in modo chiaro ed inequivoco: un figlio, ancor più se di tenerissima età, che senza motivo ha paura di un genitore è un figlio abusato da chi gli ha inculcato quella paura.
Chi vuole – per incapacità, arroganza, viltà o convenienza politica e professionale – che si continui ad abusare dei figli in questo modo ha precisi nomi e cognomi.